sergiobelluz

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Oriana Fallaci, sull’ingiustizia sociale.

« Conoscerai l’ingiustizia quanto la violenza : devo prepararti anche a questo. E non intendo l’ingiustizia di uccidere un pollo per mangiarlo, una vacca per scuoiarla, una donna per punirla : intendo l’ingiustizia che divide chi ha e chi non ha. L’ingiustizia che lascia questo veleno in bocca, mentre la madre incinta spolvera il tappeto altrui. Come si risolva un tale problema non so. Tutti coloro che ci hanno provato sono riusciti soltanto a sostituire chi spolvera il tappeto. In qualunque sistema tu nasca, qualunque ideologia, c’è sempre un tale che spolvera il tappeto di un altro, e c’è sempre una bambina umiliata da un desiderio di gianduiotti. Non troverai mai un sistema, mai un’ideologia, che possa mutare il cuore degli uomini e cancellarne la malvagità. Quando ti diranno da-noi-è-diverso, rispondigli : bugiardi. Poi sfidali a dimostrarti che da loro non esistono cibi per ricchi e cibi per poveri, case pei ricchi e case pei poveri, stagioni pei ricchi e stagioni pei poveri. L’inverno è una stagione da ricchi. Se sei ricco, il freddo diventa un gioco perché ti compri la pelliccia e il riscaldamento e vai a sciare. Se sei povero, invece, il freddo diventa una maledizione e impari a odiare perfino la bellezza di un paesaggio bianco sotto la neve. L’uguaglianza, bambino, esiste solo dove stai tu : come la libertà. Nell’uovo e basta siamo tutti uguali. Ma è proprio il caso che tu venga a conoscere tali ingiustizie, tu che lì vivi senza servire nessuno ? »

 

Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato (Milano : Rizzoli, 1975).

 

 

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08/12/2015
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